Molti immaginano l’IA come una macchina che “scrive al posto nostro”.
Io la uso anche — e soprattutto — come strumento di raccolta e selezione: un indice vivente che setaccia la massa dei dati e li riconsegna in ordine, pronti per essere usati. Questa è, a tutti gli effetti, la funzione primaria dell’IA, che nulla toglie alla profondità di un lavoro intellettuale, ma lo libera.
Facciamo una prova concreta.
Ho chiesto all’IA:
“Dammi l’elenco dei filosofi e degli scienziati che svilupparono l’aristotelismo nell’età ellenistica.”
Ecco un risultato in versione ridotta ed esemplificativa:
- Teofrasto: allievo e successore di Aristotele, sistematizza la botanica e amplia la zoologia.
- Stratone di Lampsaco: sviluppa un naturalismo radicale, vicino al materialismo.
- Erofilo ed Erasistrato: ad Alessandria fondano l’anatomia scientifica con le dissezioni.
- Ipparco: astronomo e matematico, perfeziona la trigonometria e il sistema degli epicicli.
- Aristarco di Samo: anticipa l’eliocentrismo, secoli prima di Copernico.
- Euclide e Archimede: incarnano lo spirito dimostrativo, fondendo matematica, geometria e meccanica.
- Andronico di Rodi e Alessandro di Afrodisia: commentatori del corpus aristotelico, garanti della sua trasmissione.
In pochi secondi, ecco un quadro sintetico e ordinato.
La filosofia resta compito nostro, ma l’IA consente di liberare il tempo prezioso della riflessione.
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