40. Dialogo fulminante tra Woody Allen e Diderot.

[Interno. Biblioteca di Diderot. Libri ovunque, una clessidra che ticchetta. Entra Woody Allen, con un taccuino sgualcito.]

WOODY – Dunque lei è Diderot. L’Encyclopédie, la ragione, la virtù… Mi fa già sentire in colpa solo a guardarla.

DIDEROT – E lei invece? Pare un uomo perseguitato dai propri pensieri.

WOODY – Già. Mi seguono anche al supermercato. A volte li perdo nel reparto surgelati, ma poi mi raggiungono alle casse.

DIDEROT – Interessante. Io invece inseguo le idee. Lei le fugge.

WOODY – Be’, le mie mordono.

DIDEROT – Forse dovremmo scambiarci di posto. Lei cerchi la verità, io la paura.

WOODY – La paura è molto più affidabile: c’è sempre.

DIDEROT – E la verità?

WOODY – Solo nei giorni di bel tempo.

DIDEROT – Dunque lei vive nel dubbio.

WOODY – Io ci pago l’affitto.


PS.
Dialogo cinicamente generato da un algoritmo.

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