[Interno. Biblioteca di Diderot. Libri ovunque, una clessidra che ticchetta. Entra Woody Allen, con un taccuino sgualcito.]
WOODY – Dunque lei è Diderot. L’Encyclopédie, la ragione, la virtù… Mi fa già sentire in colpa solo a guardarla.
DIDEROT – E lei invece? Pare un uomo perseguitato dai propri pensieri.
WOODY – Già. Mi seguono anche al supermercato. A volte li perdo nel reparto surgelati, ma poi mi raggiungono alle casse.
DIDEROT – Interessante. Io invece inseguo le idee. Lei le fugge.
WOODY – Be’, le mie mordono.
DIDEROT – Forse dovremmo scambiarci di posto. Lei cerchi la verità, io la paura.
WOODY – La paura è molto più affidabile: c’è sempre.
DIDEROT – E la verità?
WOODY – Solo nei giorni di bel tempo.
DIDEROT – Dunque lei vive nel dubbio.
WOODY – Io ci pago l’affitto.
PS.
Dialogo cinicamente generato da un algoritmo.
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